Johann Hieronymus Kapsberger (1580-1651), virtuoso del chitarrone – grande liuto arricchito di lunghe corde nel registro grave che gli donano timbro profondo e ne fanno uno dei protagonisti del basso continuo – fu celeberrimo in ambiente romano, tramandando il suo modo di suonare in un libro d’intavolatura eseguito e inciso spesso come prova di maturità dagli abili esecutori di questo strumento. Anche Stefano Maiorana, eccellente prodotto della scuole romana (non seicentesca ma contemporanea) di chitarra e liuto licenzia il suo Kapsberger che si ascolta con interesse e approvazione anche conoscendo le blasonate alternative discografiche (Hopkinson Smith, Rolf Lieslevand, Paul O’Dette) rispetto alle quali il nostro non sfigura, anzi si fa notare per la razionalità con cui esegue gli accordi ora con tocco simultaneo ora con tocco arpeggiato (scelta che non dovrebbe mai essere arbitraria bensì sempre funzionale al percorso armonico) e per lo studio condotto sull’ornamentazione affinché questa accompagni l’elasticità di movimento tipica di questa musica ma senza danneggiare la scansione del ritmo.
★★★★
C. Fiore
Classic Voice n° 217/2017