CD “Intavolatura” review – Scherzo n°326 2/2017

No sobra otro disco solístico de Girolamo Kapsberger (c.1580-1651). Le han dedicado monográficos a solo Hopkinson Smith, Paul O’Dette, Sandro Volta y, más recientemente, Diego Cantalupi. Las vacas sagradas abrieron nuevos campos que ahora otros transitan, acrecentando beneficios. Es pertinente la grabación si es tañida con la sensibilidad del laudista y tiorbista romano Stefano Maiorana, que interpreta al chitarrone. Es este una variante italiana de la tiorba, aunque en los inicios del siglo XVII venía a ser el mismo instrumento, casi imposible por su tamaño (este tiene 14 órdenes simples, de los que siete son bordones) y, sin embargo, es capaz de tañer los sonidos más aterciopelados. Empleado entonces más para hacer el continuo que a solo, la ver- dad que no se cansa uno de escucharlo. El programa escoge un completo ramillete de formas musicales para dar constancia de la variedad y maestría de Girolamo: preludios, tocatas, gallardas, corrientes, pasacalles, balli, madrigales intabulados (Arcadelt y Gesualdo) y hasta una batalla, la pieza en que más efectos idiomáticos se desarrollan y de extensión inusitada en este repertorio, con casi nueve minutos. Me gusta especialmente Maiorana en los diez preludios, que agrupa en parejas. Desasido del imperativo del tempo es donde la musicalidad se puede expresar mejor. En este caso, la música respira, se recrea en los ad libitum, se complace en los adornos… y en su propia respiración. La liberación del corsé formal se nota. Pero también luce cuando el compás ha de marcar inmisericorde el pulso. Destaco la interpretación soberbia de la Gagliarda, partita prima e seconda, rítmica, pero donde todas las voces se escuchan. Atentos a este laudista.

Josemi Lorenzo Arribas
Scherzo n°326 2/2017

Non è di troppo un altro disco solista di Girolamo Kapsberger (c.1580-1651). Gli hanno dedicato monografie solistiche Hopkinson Smith, Paul O’Dette, Sandro Volta e, più recentemente, Diego Cantalupi.Le vacche sacre hanno aperto nuove strade che adesso altri percorrono, accrescendo benefici.La registrazione è pertinente se suonata con la sensibilità del liutista e tiorbista romano Stefano Maiorana, che interpreta al chitarrone. E’ questa una variante italiana della tiorba, benché all’inizio del XVII secolo si trattasse dello stesso strumento, quasi impossibile per via delle sue dimensioni (il chitarrone ha 14 ordini semplici, sette dei quali bordoni), e, tuttavia, capace di produrre i suoni più vellutati.Utilizzato quindi più per suonare il continuo che da solo, la verità è che non ci si stanca di ascoltarlo.Il programma propone  un ventaglio completo di forme musicali per dare conto della varietà e maestria di Girolamo: preludi, toccate, gagliarde,correnti,passacaglie, balli, madrigali intavolati (Arcadelt e Gesualdo) e perfino una battaglia, il brano nel quale si sviluppano più effetti idiomatici e dall’estensione eccezionale in questo repertorio, di quasi nove minuti.Si esclude il Secondo libro, di arie, per via del carattere esclusivamente strumentale del disco.Mi piace particolarmente Maiorana nei dieci preludi, che raggruppa in coppie. Liberatasi dall’imperativo del tempo, la musicalità può esprimersi al meglio. In questo caso, la musica respira, si ricrea negli ad libitum, si compiace negli ornamenti… e nel suo stesso respiro.La liberazione dal corsetto formale si sente. Ma è brillante anche quando il tempo segna/impietosamente il battito. Evidenzio la superba interpretazione della Gagliarda, partita prima e seconda, ritmica, ma nella quale si sentono tutte le voci. Attenzione a questo liutista.

Josemi Lorenzo Arribas
Scherzo n°326 2/2017

(traduzione di Lucia Costanzo)

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